In questo articolo una riflessione su ciò che potrebbe realmente essere inteso come sport individuale o di squadra.
Domanda davvero molto interessante.
Capita di sentir definire il nostro sport come una disciplina individuale, considerazione – credo io – dettata da ciò che, di primo acchito, esternamente si potrebbe notare: un “duello” one/one.
Ma è davvero così? La scherma è realmente uno sport individuale?
Analizzandolo in maniera più approfondita ciò che, al primo colpo d’occhio, potrebbe sembrare uno sport “singolo”… di fatto non lo è.
La scherma è uno sport (esatto, “sport” e non gioco come molti potrebbero definirlo; questo perché a indossare quella “candida” divisa è proprio un “atleta”, non un giocatore) di situazione – casuale, creata o addirittura entrambe -, proposizione, contrasto e adattamento; questo vuol dire che per poterlo praticare bisogna necessariamente essere in due. Qui, diversamente da un sport individuale per definizione – come potrebbero essere i 100m dell’atletica, disciplina dove il tuo reale e diretto antagonista è il tempo – hai sempre di fronte un avversario che cercherà di leggere le tue mosse e, contemporaneamente, proponendone delle altre proverà a provocare in te “l’errore”, attimo che potrà esserti fatale… invece per lui determinante.
Sulla pedana non hai compagni di squadra pronti a “passarti un fioretto”, come potrebbe essere con la palla nel caso del calcio ma, a mio modesto avviso, questo non basta a identificarlo come sport individuale perché, di fatto, soli non lo si è mai… nemmeno in allenamento. È proprio durante l’allenamento che viene fuori un concetto diverso e alternativo di squadra dove, grazie al lavoro svolto con i propri compagni, tutti migliorano le proprie e personali caratteristiche.
Slegandosi dall’equazione “non ho direttamente dei compagni che mi aiutino a fare punto = sport singolo”, si può ancora credere che questo sia realmente uno sport individuale?
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M° Giuseppe Alongi